Ho finalmente terminato la lettura de “Il Profumo”. Finalmente perché mi è piaciuto ma l’ho trovato anche ostico e pesante. Parte con un bellissimo incipit (come mi era stato detto), si perde un po’ nel corso della storia, le ultime cento pagine valgono tutto il libro. Il finale, che qualcuno mi aveva detto essere orrendo, a me è piaciuto molto, moltissimo.
Se è assolutamente impossibile sviluppare una qualsiasi forma di empatia nei confronti di Grenouille, in quanto personaggio sgradevole e amorale (non immorale, è diverso), dall’altro il suo mondo di odori (la sua vita; lui cresce e vive e sente solo atttraverso il suo naso) e la sua passione per il profumo sono raccontati in modo talmente pieno e coinvolgente da farti apprezzare anche gli odori più brutti e disgustosi, nonchè gli eccessi cui porta la sua ars di profumiere naturale, per istinto e non per scuola.
Apprezzare nel senso letterario del termine, ovvio. Adesso vado a rifugiarmi nel mio dopo-bagno alla vaniglia.
Nel mentre, mi sono ritagliata anche un paio d’ore per rileggere “Il gabbiano Jonathan Livingstone”, recuperato dal baule dei libri dimenticati. E’ sempre importante ricordare che per imparare a volare basta la passione e che non tutto ciò che è fuori dalla normalità è sbagliato.
OT: Non riesco più a scrivere. Guardo la pagina e so benissimo dove devo andare a parare, ma niente. La mia eroina mi è diventata quasi un’estranea e credo sia ora di rimettere mano al suo carattere e alla sua personalità. (O alla mia.)