Mercoledì scorso seminario di aggiornamento a Bologna. Giornata trascorsa in una sala convegni un po’ strettina, argomenti interessanti ma il clou è stato il rientro in treno all’insegna del miglior Fantozzi.
Il treno delle 17.35 in arrivo al binario 9 è stato annunciato spostato al binario 6 alle 17.34. La massa di aspiranti viaggiatori in attesa si è ovviamente riversata di corsa nel sottopasso per raggiungere l’agognato mezzo, risultando in un meraviglioso effetto migrazione degli gnu nel Serengeti.
Altrettanto ovviamente sarebbe stato eccessivo chiedere che il treno partisse in orario, così alle 17.50 aveva già accumulato un ritardo di 15 minuti. Altri venti minuti si sono sommati in sosta alla stazione di Mirandola (per chi non la conoscesse è un avamposto nel nulla, un cambio cavalli della diligenza dove l’unica cosa che si muove sono quegli sterpi rotolanti sospinti dal vento e il silenzio è rotto solo dall’insegna che cigola) per cause non determinate. Alla fine siamo arrivate, sì, ma è occorsa un’ora e mezza per fare 50km.
In stazione a Bologna gli altoparlanti si scusano allo sfinimento dei possibili ritardi, causati dalle nevicate dei giorni scorsi. Eh??? L’ultima neve si è vista l’undici febbraio, eh? Ovvia, Trenitalia, non ci crede nessuno.
Oltre ad essere metafora del freddo dei giorni passati, la Siberia è anche lo scenario dove si svolge Lo que el vento trae, fumetto di Jaime Martìn appena finito di leggere. Non so dire se mi è piaciuto, anche se la sensazione ultima, come scritto su aNobii, è quella di una sottile delusione. La storia (un giovanissimo medico vien inviato in uno sperduto villaggio della Siberia alle soglie della rivoluzione bolscevica e si trova a fronteggiare una misteriosa creatura che semina paura e morte in un villaggio) poteva essere meravigliosa, invece mi è parsa un po’ piatta. Può essere che la lettura in spagnolo dopo anni che non rispolveravo la lingua lo abbia penalizzato ai miei occhi, ma di quella che pregustavo come una buona graphic novel ho invece il ricordo di personaggi monodimensionali e di una storia già vista.
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| foto dal sito di ibs |
E sempre per restare in topic siberiano, in coda dopo Benni c’è Nicolai Lilin che mi aspetta.
Ricomincio da Lovi 